Prima Parte: PREPARIAMO IL LIEVITO MADRE
Ingredienti:
200 g Farina Manitoba
100 g di Acqua non calacarea
1 cucchiaio di olio extra vergine d'oliva
1 cucchiaino di miele di Zagara Arancio Ditta Fratelli ALOISI rigorosamente provenienza agrumeti Lentini
Preparazione:
Riunite tutto in una terrina aggiungere acqua leggermente tiepida poco alla volta fino ad ottenere un impasto morbido e non appiccicoso.
Fatecon un coltello una croce nell'impasto e mettete a riposare per due giorni (48 ore) in una terrina di vetro unta di olio sigillata con la pellicola trasparente e avvolto tutto con una coperta.
I
RINFRESCO
Trascorso
il tempo amalgamare:
200 g
impasto
200 g
Farina Manitoba
100 g
Acqua tiepida
Formare
una palla, farci la croce e rimetterla dentro la ciotola una di olio.
II
RINFRESCO
TRASCOSE
24 ORE rifare di nuovo il rinfresco con le dosi sopra indicate e
RIPETERE questa operazione per 10 VOLTE.
DOPO:
Il
modo più semplice per conservare il nostro lievito madre è di
tenerlo libero in un barattolo o ciotola di vetro. Cioè dopo averlo
rinfrescato, ne facciamo una palla, con un coltello a lama incidiamo
una croce, e poi trasferiamo nel contenitore di vetro chiudendolo o
con un tappo o con la pellicola.
*Possiamo
lasciarlo a temperatura ambiente e in questo caso lo dovremo
rinfrescare ogni giorno, soprattutto se siamo in una stagione calda
con una temperatura ambiente alta.
*Oppure
possiamo stazionarlo in frigorifero dopo averlo lasciato un’ora a
temperatura ambiente per dare avvio alla fermentazione. In questo
modo i microrganismi rallenteranno il loro metabolismo e potremmo
rinfrescarlo meno frequentemente, cioè ogni 4 o 5 giorni. In questo
caso al momento del rinfresco lo riprenderemo dal frigorifero, lo
lasceremo acclimatare un paio d’ore e procederemo a rinfrescarlo
come sopra descritto.
Seconda
parte: conservazione,
mantenimento e uso del lievito madre
A
rinfresco ultimato dividiamo il lievito nella parte che ci serve per
la ricetta e in quella che conserveremo come “madre”.
Quest’ultima la tratteremo come sopra descritto, a seconda del tipo
e del metodo di conservazione che usiamo.
Facciamo
una bella palla, la incidiamo con un taglio a croce senza andare
troppo in profondità (massimo per 1/3), la riponiamo in una ciotola
pulita possibilmente di vetro e di dimensioni adeguate per contenere
l’aumento di volume che avremo nelle ore successive, copriamo con
pellicola e poniamo a fermentare ad una temperatura di circa 28°C.
Al raddoppio che deve avvenire in 3 o 4 ore al massimo il nostro
lievito sarà pronto per essere usato nella ricetta e quindi
procediamo ad impastare.
Quando
ci accingiamo invece a produrre lievitati importanti ed impegnativi
come possono essere panettoni, pandori e colombe, il lievito ha
bisogno di essere messo “in forza”, ossia va posto nella
condizione di salute ottimale e massima attraverso tre rinfreschi
consecutivi. Quindi partendo al mattino procediamo ad un rinfresco
come su descritto, e dopo le 4 ore, rinfreschiamo di nuovo e
riponiamo a fermentare sempre a 28°C. Al raddoppio di nuovo
rinfreschiamo nella stessa maniera. Volendo possiamo iniziare questa
serie di rinfreschi consecutivi con un bagnetto come descriveremo
successivamente. Al termine di questa procedura il lievito sarà
fortemente attivo e idoneo per poter esprimersi in impasti molto
impegnativi ricchi di grassi e guarnizioni in sospensione.
Il
miglior metodo per convertire una ricetta è quello di calcolare la
dose di lievito madre sempre in ragione di una percentuale sul peso
di farina, esattamente nei margini su esposti. Quindi diciamo che in
un impasto che prevede 500 gr di farina è coerente usare 100 gr di
pasta madre.
C’è
chi sostiene che aggiungendo con il lievito farina e acqua che non
sono previsti nella ricetta originale, dovremmo ribilanciare le dosi
degli altri ingredienti per mantenere inalterata la ricetta. In
teoria ha ragione, ma per mia esperienza diretta io sostengo il
contrario, perché usando lievito madre anziché lievito di birra noi
non potremmo mai mantenere inalterata la ricetta, non solo per una
dose degli ingredienti diversa, ma perché cambia molto nell’impasto
grazie ad una fermentazione differente che ci darà metaboliti
differenti e che cambierà la struttura e le proprietà organolettica
del nostro impasto e di conseguenza del prodotto finito. Quindi per
me è inutile inseguire una sorta di parallelismo e di conversione
perfetta, lasciando per tanto inalterate le dosi dei restanti
ingredienti.
Per
riuscire ad usare con successo il lievito madre, è necessario avere
sicuramente delle conoscenze di base, e in questo post e nel
precedente abbiamo cercato di riportare tutto quanto è necessario
per riuscire a cavarsela. E' fondamentale saper valutare il suo
colore avorio, né troppo grigio né troppo bianco che sarebbe indice
di problemi, il suo odore pungente ma fruttato, e saper distinguere
note alcooliche o di “formaggio” che sono campanelli d’allarme;
assaggiandolo sotto la lingua dobbiamo saper distinguere il suo
sapere leggermente acido e frizzante, segno di un corretto pH,
riconoscere l’alveolatura regolare e leggermente allungata e
distinguere gli aromi e i profumi nei prodotti finiti, o retrogusti
amarognoli nel caso di lievito non in perfetta forma. Insomma ci
permetterà di sfornare meraviglie. Lo amerete sicuramente!
Terza
Parte: preparazione
dell'impasto per il PANE DI LENTINI
Ingredienti:
500
g di Farina
150
g Pasta Madre
15
ml olio
200
ml di acqua tiepida
1
cucchiaino di zucchero
1
cucchiaino di sale
1
cucchiaio di sesamo
Preparazione
Mettere
a fontana la farina con il sale e al centro predisporre il lievito
madre con zucchero e olio, versare poco a poco l'acqua tiepida e
impastare.
Formare
una palla e incidere una croce.
Fare
riposare in un contenitore di vetro unto di olio e coperto con una
coperta di lana per 6 ore circa.
Fare
la forma del pane desiderato cospargere con il sesamo e infornare a
250 °C (in forno gia preriscaldato) per 20-30 minuti.
M.Grazia
Buonissimooo.... Aspetto la tua ricetta!! Mi piace tantissimo il pane fatto in caso.
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